Intenzione del Papa
Preghiamo affinché la Chiesa in Cina perseveri nella fedeltà al Vangelo e cresca nell’unità
Intenzione dei Vescovi
Perché il tempo di Quaresima, sia scuola di conversione per crescere nelle dimensioni essenziali della vita nuova ricevuta nel Battesimo
Intenzione per il Clero
Cuore di Gesù, sei stato divinamente formato nel grembo di Maria: fa’ che i Tuoi ministri, per intercessione di Tua Madre, imparino da Te cosa significa “Misericordia voglio e non sacrifici”
Per l’Adorazione Eucaristica del mese
Così amatevi anche voi
Come ci suggerisce Papa Francesco, tutta la Chiesa universale è chiamata ad accompagnare con una fervente preghiera e con fraterna amicizia i nostri fratelli e sorelle in Cina. Infatti, essi devono sentire che nel cammino […] non sono soli. Per questo ogni comunità cattolica […] è invitata da Papa Francesco a valorizzare e ad accogliere il tesoro spirituale e culturale proprio dei cattolici cinesi, perché è giunto il tempo di gustare insieme i frutti genuini del Vangelo seminato nel grembo dell’antico “Regno di Mezzo” e di innalzare al Signore Gesù Cristo il canto della fede e del ringraziamento, arricchito di note autenticamente cinesi. Preghiamo in questa adorazione perché la Chiesa in Cina perseveri nella fedeltà al Vangelo e cresca nell’unità.
Canto: Ti seguirò (RnS)
Mostrami la via per seguire te,
apri i miei occhi Gesù
Donami la forza per camminare
sulla via che hai tracciato per me.
La tua Croce, o Cristo, amerò
e con te nel mondo la porterò.
O Signore, mia vera libertà
se con me sarai, io ti seguirò.
Mostrami la via per raggiungere te,
venga il tuo spirito in me.
Donami la grazia per rimanere
sulla via che mi porta a te.
La tua Croce, o Cristo amerò
e con te nel mondo la porterò.
se con me sarai, io ti seguirò.
Dal Vangelo di Giovanni 13,31-38
Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».
Dalla Lettera ai cattolici della Cina di Papa Benedetto, 27 maggio 2007
Oggi, come ieri, annunciare il Vangelo significa annunciare e testimoniare Gesù Cristo crocifisso e risorto, l’Uomo nuovo, vincitore del peccato e della morte. Egli permette agli esseri umani di entrare in una nuova dimensione, dove la misericordia e l’amore rivolto anche al nemico testimoniano la vittoria della Croce su ogni debolezza e miseria umana. Anche nel vostro Paese, l’annuncio di Cristo crocifisso e risorto sarà possibile nella misura in cui con fedeltà al Vangelo, nella comunione con il Successore dell’Apostolo Pietro e con la Chiesa universale, saprete realizzare i segni dell’amore e dell’unità («come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato» (Gv 13,34- 35; 17,21). Come Pastore universale della Chiesa, desidero manifestare viva riconoscenza al Signore per la sofferta testimonianza di fedeltà, offerta dalla comunità cattolica cinese in circostanze veramente difficili. Nello stesso tempo sento, come mio intimo ed irrinunciabile dovere e come espressione del mio amore di padre, l’urgenza di confermare nella fede i cattolici cinesi e di favorire la loro unità con i mezzi che sono propri della Chiesa. Dobbiamo camminare insieme, perché solo così potremo rimarginare le ferite e le incomprensioni del passato, per mostrare al mondo che anche partendo da posizioni lontane si possono raggiungere intese fruttuose.
Canto: Crucem tuam (Taizé)
Crucem tuam adoramus Domine, resurrectionem tuam laudamus Domine. Laudamus et glorificamus, resurrectionem tuam laudamus Domine.
Interiorizzazione dal Messaggio di Papa Francesco ai Cattolici Cinesi e alla Chiesa universale
Vi chiedo di collaborare alla costruzione del futuro del vostro Paese con le capacità personali che avete ricevuto in dono e con la giovinezza della vostra fede. Vi esorto a portare a tutti, con il vostro entusiasmo, la gioia del Vangelo. Siate pronti ad accogliere la guida sicura dello Spirito Santo, che indica al mondo di oggi il cammino verso la riconciliazione e la pace. Lasciatevi sorprendere dalla forza rinnovatrice della grazia, anche quando può sembrarvi che il Signore chieda un impegno superiore alle vostre forze. Non abbiate paura di ascoltare la sua voce che vi chiede fraternità, incontro, capacità di dialogo e di perdono, e spirito di servizio, nonostante tante esperienze dolorose del recente passato e le ferite ancora aperte. Spalancate il cuore e la mente per discernere il disegno misericordioso di Dio, che chiede di superare i pregiudizi personali e le contrapposizioni tra i gruppi e le comunità, per aprire un coraggioso e fraterno cammino alla luce di un’autentica cultura dell’incontro. Tante sono, oggi, le tentazioni: l’orgoglio del successo mondano, la chiusura nelle proprie certezze, il primato dato alle cose materiali come se Dio non ci fosse. Andate controcorrente e rimanete saldi nel Signore: «Egli solo è buono», solo «il suo amore è per sempre», solo la «sua fedeltà» dura «di generazione in generazione» (Sal 100,5).
Preghiera di Papa Benedetto a Nostra Signora di Sheshan
Vergine Santissima, Madre del Verbo incarnato e Madre nostra, venerata col titolo di “Aiuto dei cristiani” nel Santuario di Sheshan, verso cui guarda con devoto affetto l’intera Chiesa che è in Cina, veniamo oggi davanti a te per implorare la tua protezione. Volgi il tuo sguardo al Popolo di Dio e guidalo con sollecitudine materna sulle strade della verità e dell’amore, affinché sia in ogni circostanza fermento di armoniosa convivenza tra tutti i cittadini. Con il docile “sì” pronunciato a Nazaret tu consentisti all’eterno Figlio di Dio di prendere carne nel tuo seno verginale e di avviare così nella storia l’opera della Redenzione, alla quale cooperasti poi con solerte dedizione, accettando che la spada del dolore trafiggesse la tua anima, fino all’ora suprema della Croce, quando sul Calvario restasti ritta accanto a tuo Figlio che moriva perché l’uomo vivesse. Da allora tu divenisti, in maniera nuova, Madre di tutti coloro che accolgono nella fede il tuo Figlio Gesù e accettano di seguirlo prendendo la sua Croce sulle spalle. Madre della speranza, che nel buio del Sabato santo andasti con incrollabile fiducia incontro al mattino di Pasqua, dona ai tuoi figli la capacità di discernere in ogni situazione, fosse pur la più buia, i segni della presenza amorosa di Dio. Nostra Signora di Sheshan, sostieni l’impegno di quanti in Cina, tra le quotidiane fatiche, continuano a credere, a sperare, ad amare, affinché mai temano di parlare di Gesù al mondo e del mondo a Gesù. Nella statua che sovrasta il Santuario tu sorreggi in alto tuo Figlio, presentandolo al mondo con le braccia spalancate in gesto d’amore. Aiuta i cattolici ad essere sempre testimoni credibili di questo amore, mantenendosi uniti alla roccia di Pietro su cui è costruita la Chiesa. Madre della Cina e dell’Asia, prega per noi ora e sempre. Amen!
Preghiera tutti insieme
O Signore ti chiediamo di non farci mai mancare la capacità di essere vigilanti. Abbiamo bisogno del tuo sostegno per non cedere alla tentazione di dimenticarci del tuo ritorno e per non considerare la nostra vita terrena, come la meta definitiva. Attendiamo con gioia la tua grazia, affinché nell’attesa non ci addormentiamo sulle nostre miserie.
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