INTENZIONE DEL PAPA
Preghiamo per gli anziani, che
rappresentano le radici e la memoria di un popolo,
affinché la loro esperienza e la loro saggezza aiutino
i più giovani a guardare al futuro con speranza e responsabilità
INTENZIONE DEI VESCOVI
Perché con le vacanze estive si apra
per i giovani studenti un tempo di nuovi
interessi e libere iniziative di
cultura e interiorità
INTENZIONI PER IL CLERO
Cuore Sacro di Gesù, nel mese che ricorda
S. Ignazio di Loyola, infiamma del Tuo Amore
il cuore dei Tuoi sacerdoti, perché possano
essere guide illuminate per consolare le anime
Adorazione Eucaristica
Per gli anziani, “radici e memoria di un popolo”
Con suggerimenti alle Intenzioni
di Papa Francesco
Consegnare ai giovani un patrimonio di speranza
G: «Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno vegeti e rigogliosi»’ (Sal 92,15). L’anzianità è presentata nella Scrittura come una benedizione del Signore, un dono da apprezzare e valorizzare, contro ogni logica di efficientismo. Certi che gli anziani “rappresentano le radici e la memoria di un popolo”, vogliamo pregare per loro, perché non si ripieghino su se stessi, ma, aperti al futuro delle nuove generazioni, sappiano essere di esempio con la loro saggezza ed esperienza.
Canto per l’esposizione: Davanti al Re (RnS)
Davanti al Re, ci inchiniamo insieme per adorarlo con tutto il cuor.
Verso di Lui eleviamo insieme canti di gloria al nostro Re dei Re.
Dal secondo libro dei Maccabei (6, 23-25.27-28)
Un tale Eleàzaro, facendo un nobile ragionamento, degno della sua età e del prestigio della vecchiaia, della raggiunta veneranda canizie e della condotta irreprensibile tenuta fin da fanciullo, ma specialmente delle sante leggi stabilite da Dio, rispose subito (ai suoi accusatori) dicendo che lo mandassero pure alla morte. «Poiché – egli diceva – non è affatto degno della nostra età fingere, con il pericolo che molti giovani, pensando che a novant’anni Eleàzaro sia passato alle usanze straniere, a loro volta, per colpa della mia finzione, per appena un po’ più di vita, si perdano per causa mia e io procuri così disonore e macchia alla mia vecchiaia. Perciò, abbandonando ora da forte questa vita, mi mostrerò degno della mia età e lascerò ai giovani un nobile esempio, perché sappiano affrontare la morte prontamente e nobilmente per le sante e venerande leggi». (silenzio)
La fecondità possibile della vecchiaia è manifestata nella tenerezza e nella dolcezza, nell’equilibrio e nella serenità. È il tempo in cui una persona può affermare di valere per ciò che è e non per ciò che fa. Ovvio che questo non dipende solamente da lui, dall’anziano, ma anche e particolarmente da chi gli sta intorno e dalla società che può accompagnarlo nel compito di vivere la vecchiaia come compimento e non come interruzione o come fine. Anzi, la vecchiaia è un momento di verità che svela come la vita sia costitutivamente fatta di perdite, di assunzione di limiti e di povertà, di debolezze e negatività. La vecchiaia, ponendo l’uomo in una grande povertà, lo mette anche in grado di cogliersi nella sua verità, quella che si svela al di là di ogni orpello e di ogni esteriorità. L’anziano fa segno, indica, trasmette un sapere. Ed è, con la sua vecchiaia pacificamente assunta davanti a Dio e davanti agli uomini, un segno di speranza e un esempio di responsabilità. (E. Bianchi, Le parole della spiritualità)
Canone di Taizè:
Il Signore è la mia forza e io spero in Lui, il Signore è il Salvatore in Lui confido non ho timor, in Lui confido non ho timor
COSTRUIRE IL MONDO DI DOMANI
Dal libro del profeta Gioele (3,1)
Io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie, i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni. (silenzio)
Dal Messaggio del Santo Padre Francesco per la I Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani
C’è una vocazione rinnovata anche per te in un momento cruciale della storia. C’è bisogno di te per costruire, nella fraternità e nell’amicizia sociale, il mondo di domani: quello in cui vivremo – noi con i nostri figli e nipoti – quando la tempesta si sarà placata. Tra i diversi pilastri che dovranno sorreggere questa nuova costruzione ce ne sono tre che tu, meglio di altri, puoi aiutare a collocare. Tre pilastri: i sogni, la memoria e la preghiera.
I sogni: Chi, se non i giovani, può prendere i sogni degli anziani e portarli avanti? Ma per questo è necessario continuare a sognare: nei nostri sogni di giustizia, di pace, di solidarietà risiede la possibilità che i nostri giovani abbiano nuove visioni, e si possa insieme costruire il futuro.
La memoria: senza la memoria non si può costruire; senza delle fondamenta tu mai costruirai una casa. Mai. E le fondamenta della vita sono la memoria.
Infine, la preghiera. Come ha detto una volta il mio predecessore, Papa Benedetto, santo anziano che continua a pregare e a lavorare per la Chiesa, disse così: «La preghiera degli anziani può proteggere il mondo, aiutandolo forse in modo più incisivo che l’affannarsi di tanti».
Canone di Taizè:
Il Signore è la mia forza e io spero in Lui, il Signore è il Salvatore in Lui confido non ho timor, in Lui confido non ho timor
TRASMETTERE LA FEDE
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo (4,6-8)
Io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione. (silenzio)
Ricordo una storia vera, riportata nel nostro testo citato sopra: è la storia di una nonna che abitava sola in montagna e che faceva ottime marmellate. Un solo nipote, Luca, arrancava fin lassù per andare a trovarla e lei si prodigava in marmellate per lui. Negli ultimi tempi gli diceva: «Ti lascio il mio Amico quando non ci sarò più». Era un orrendo (parola di Luca) quadro su tela, a capo del grande letto. Quando però Luca vide “il mio Amico” gettato sul carro che sgomberava la casa della nonna defunta, lo afferrò, lo privò della cornice e lo arrotolò. Col passare degli anni Luca percorse tutta la strada della devianza, ma quando dovette entrare in comunità, in alternativa al carcere, se lo mise sottobraccio. «Che cos’è?», gli chiesero. Lui lo srotolò e disse, facendo ridere tutti: «È la mia nonna». Sembrava sragionasse e invece aveva ragione: quel Sacro Cuore, “l’Amico”, era il sogno della nonna, insieme alla sua memoria e alla sua preghiera-intercessione. (M. T. Zattoni Gillini, Noi, nonni per il futuro, 4 luglio 2021 su Avvenire)
Canto finale: Accoglimi
Accoglimi, Signore, secondo la tua parola (2v).
Ed io lo so che Tu Signore in ogni tempo sarai con me (2v).
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