Intenzione del Papa
Preghiamo per le donne vittime di violenza,
perché vengano protette dalla società e le loro sofferenze
siano prese in considerazione e ascoltate
Intenzioni dei vescovi
Perché l’esperienza del dolore,
della malattia e del limite
apra i cuori al sereno abbandono
tra le braccia del Padre della vita
Intenzione per il clero
Cuore di Gesù, sei stato presentato al Tempio…
i Tuoi ministri si presentano al popolo di Dio
quali Tuoi amici: fa’ che possano essere segno
credibile della Tua salvifica generosità
Adorazione eucaristica
La donna, fonte di vita
È ancora molto poco ciò che viene fatto in quanto a sensibilizzazione verso la donna; questa disparità a livello di forza, rendimento, professionalità tra l’uomo e la donna, porta ancora a considerare la donna come essere “fragile”, da custodire e difendere. Ma in verità, sappiamo bene, nella concretezza, che non è così; sappiamo che al fianco di grandi uomini o grandi santi, c’è sempre stata la figura di una donna, donna che apre strade, vede più in là, intuisce il pericolo, sostiene nelle difficoltà, spinge al coraggio, è tenace e ferma sotto la croce proprio come Maria, la nuova Eva, che rivela la sua forza nel custodire nel cuore la Verità. Accogliamo, in questa adorazione, la richiesta accorata del S. Padre di pregare per le donne vittime di violenza, perchè vengano protette dalla società e le loro sofferenze siano prese in considerazione e ascoltate.
Canto: Adoro Te, (RnS)
Sei qui davanti a me, o mio Signore, sei in questa brezza che ristora il cuore,
Roveto che mai si consumerà, presenza che riempie l’anima.
Adoro Te, fonte della Vita, adoro Te, Trinità infinità.
I miei calzari leverò su questo santo suolo,
Alla presenza Tua mi prostrerò.
Sei qui davanti a me, o mio Signore, nella Tua grazia trovo la mia gioia.
Io lodo, ringrazio e prego perché il mondo ritorni a vivere in Te.
Adoro Te, fonte della Vita, adoro Te, Trinità infinità.
I miei calzari leverò su questo santo suolo,
Alla presenza Tua mi prostrerò.
Dal Vangelo di Luca 2,15-19
Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
Dall’Omelia di Papa Francesco, Santa Messa 1° gennaio 2020
La rinascita dell’umanità è cominciata dalla donna. Le donne sono fonti di vita. Eppure sono continuamente offese, picchiate, violentate, indotte a prostituirsi e a sopprimere la vita che portano in grembo. Ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna. Dal corpo di una donna è arrivata la salvezza per l’umanità: da come trattiamo il corpo della donna comprendiamo il nostro livello di umanità. Quante volte il corpo della donna viene sacrificato sugli altari profani della pubblicità, del guadagno, della pornografia, sfruttato come superficie da usare. Va liberato dal consumismo, va rispettato e onorato; è la carne più nobile del mondo, ha concepito e dato alla luce l’Amore che ci ha salvati! Oggi pure la maternità viene umiliata, perché l’unica crescita che interessa è quella economica. Ci sono madri, che rischiano viaggi impervi per cercare disperatamente di dare al frutto del grembo un futuro migliore e vengono giudicate numeri in esubero da persone che hanno la pancia piena, ma di cose, e il cuore vuoto di amore. Nel Vangelo (di Luca 2) questa azione di Maria ritorna una seconda volta: al termine della vita nascosta di Gesù si dice infatti che «sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore» (v. 51). Questa ripetizione ci fa capire che custodire nel cuore non è un bel gesto che la Madonna faceva ogni tanto, ma la sua abitudine. È proprio della donna prendere a cuore la vita. La donna mostra che il senso del vivere non è continuare a produrre cose, ma prendere a cuore le cose che ci sono. Solo chi guarda col cuore vede bene, perché sa “vedere dentro”: la persona al di là dei suoi sbagli, il fratello oltre le sue fragilità, la speranza nelle difficoltà; vede Dio in tutto. “So guardare col cuore? So guardare col cuore le persone? Mi sta a cuore la gente con cui vivo, o le distruggo con le chiacchiere? E soprattutto, ho al centro del cuore il Signore? O altri valori, altri interessi, la mia promozione, le ricchezze, il potere?”. Solo se la vita ci sta a cuore sapremo prendercene cura e superare l’indifferenza che ci avvolge. Chiediamo questa grazia: di vivere l’anno col desiderio di prendere a cuore gli altri, di prenderci cura degli altri
Canto: Canto Symbolum 78
Io lo so Signore, che vengo da lontano;
prima nel pensiero e poi nella tua mano.
Io mi rendo conto che Tu sei la mia vita
e non mi sembra vero di pregarti così
Padre di ogni uomo e non ti ho visto mai;
Spirito di vita e nacqui da una donna;
Figlio mio fratello e sono solo un uomo;
eppure io capisco che Tu sei verità
E imparerò a guardare tutto il mondo
con gli occhi trasparenti di un bambino;
e insegnerò a chiamarti Padre nostro
ad ogni figlio che diventa uomo. (2)
Interiorizzazione: da Maria, donna dei nostri giorni, Mons. Tonino Bello
Santa Maria, donna di frontiera, noi siamo affascinati da questa tua collocazione che ti vede, nella storia della salvezza, perennemente attestata sulle linee di confine, tutta tesa non a separare, ma a congiungere mondi diversi che si confrontano.
Aiutaci ad accogliere il Figlio Tuo che ora vive in noi
Tu stai sui crinali che passano tra l’Antico e il Nuovo Testamento. Tu sei l’orizzonte che congiunge le ultime propaggini della notte e i primi chiarori del giorno. Tu sei l’aurora che precede il Sole di giustizia. Tu sei la stella del mattino. In te, come dice la lettera ai Galati, giunge «la pienezza dei tempi» in cui Dio decide di nascere «da donna»: con la tua persona, cioè, si conclude un processo cronologico centrato sulla giustizia, e ne matura un altro centrato sulla misericordia.
Aiutaci ad accogliere…
Santa Maria, donna di frontiera, grazie per la tua collocazione accanto alla croce di Gesù. Issata fuori dell’abitato, quella croce sintetizza le periferie della storia ed è il simbolo di tutte le marginalità della terra: ma è anche luogo di frontiera, dove il futuro si introduce nel presente, allagandolo di speranza.
Aiutaci ad accogliere…
È di questa speranza che abbiamo bisogno. Mettiti, perciò, al nostro fianco. Noi oggi stiamo vivendo l’epoca della transizione. Scorgiamo le pietre terminali delle nostre secolari civiltà. Addensàti sugli incroci, ci sentiamo protagonisti di un drammatico trapasso epocale, quasi da un’era geologica all’altra. Ammassàti sul discrimine da cui si divaricano le culture, siamo incerti se scavalcare i paletti catastali che hanno protetto finora le nostre identità.
Aiutaci ad accogliere…
Santa Maria, donna di frontiera, c’è un appellativo dolcissimo con cui l’antica tradizione cristiana, esprimendo questo tuo stare sugli estremi confini della terra, ti invoca come «porta del cielo».
Ebbene, nell’ora della morte, come hai fatto con Gesù, fermati accanto alla nostra solitudine. Sorveglia le nostre agonie. Non muoverti dal nostro fianco. Sull’ultima linea che separa l’esilio dalla patria, tendici la mano. Perché, se sul limitare decisivo della nostra salvezza ci sarai tu, passeremo la frontiera. Anche senza passaporto.
Canto: Maria tu che hai atteso
Maria, tu che hai atteso nel silenzio
la sua Parola per noi.
Aiutaci ad accogliere il Figlio tuo,
che ora vive in noi.
Maria, tu che sei stata così docile,
davanti al tuo Signor.
Maria, tu che hai portato dolcemente
l’immenso dono d’amor.
Maria, Madre, umilmente tu hai sofferto
del suo ingiusto dolor.
Maria, tu che ora vivi nella gloria
assieme al tuo Signor.
Preghiamo
Grazie, Signore, per l’amore che hai per noi; perché ci hai creati a tua immagine e somiglianza. Grazie per la donna, Padre buono, e per la sua missione nella comunità umana. Ti preghiamo per la donna che è figlia: che sia accettata e amata dai genitori, trattata con tenerezza. Ti preghiamo per la donna che è sorella: che sia rispettata e difesa dai suoi fratelli. Ti preghiamo per la donna che è moglie: che sia apprezzata, valorizzata e aiutata da suo marito, compagno fedele nella vita coniugale, per vivere la comunione dei cuori e dei desideri in modo da portare frutto, partecipando così alla più grande opera della creazione: l’essere umano. Ti preghiamo per la donna che è madre: che riconosca nella maternità il fiorire della sua femminilità. Ti preghiamo per le donne buone e generose che hanno dato la loro vita per la nostra. Ti preghiamo per le donne che si sentono sole, per quelle che non riescono a dare un senso alla propria vita; per le emarginate, per quelle che sono utilizzate come oggetto di piacere e di consumo; per quelle che sono state maltrattate e uccise. Te lo chiediamo per intercessione della Vergine Maria, Donna, Moglie e Madre Buona, piena di fede umile e coraggiosa, che ci accompagna, ci sostiene e ci conduce a tuo Figlio Gesù Cristo, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
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