INTENZIONI DI PREGHIERA PER GENNAIO 2022

intenzioni del papa

INTENZIONE DEL PAPA

Preghiamo perché tutte le persone che subiscono discriminazioni e persecuzioni religiose trovino nelle società in cui vivono il riconoscimento dei propri diritti e della dignità che nasce dell’essere fratelli

intenzioni dei vescovi

INTENZIONE DEI VESCOVI

Perché con il nuovo anno
possiamo tutti crescere nell’attenzione
al bene comune ed essere più disponibili
agli altri, e gustare così la vera gioia

intenzioni del papa

INTENZIONE PER IL CLERO

Cuore di Gesù, anima e sostieni la paternità
sacerdotale nei confronti dei giovani, sul
modello di don Bosco: che i Tuoi ministri
sappiano essere segno del Tuo volto misericordioso e paziente

ADORAZIONE EUCARISTICA

Padre nostro

Continua a crescere l’intolleranza religiosa nel mondo, in particolare contro cristiani e musulmani che restano i primi nella lista dei gruppi religiosi presi di mira da governi oppure perché vittime dell’ostilità sociale. Ma, le diverse religioni, come afferma Papa Francesco nella Fratelli tutti, a partire dal riconoscimento del valore di ogni persona umana come creatura chiamata ad essere figlio o figlia di Dio, offrono un prezioso apporto per la costruzione della fraternità e per la difesa della giustizia nella società.

Preghiamo allora, in questa adorazione, perché tutte le persone che subiscono discriminazioni e persecuzioni religiose trovino nelle società in cui vivono il riconoscimento dei propri diritti e della dignità che nasce dall’essere fratelli.

canto: Popoli tutti (RnS)
Mio Dio, Signore, nulla è pari a te
ora e per sempre, voglio lodare
il tuo grande amor per me.

Mia roccia tu sei,
pace e conforto mi dai
con tutto il cuore e le mie forze
sempre io ti adorerò.

dal Vangelo di Luca, 11,2-4
Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione.

dall’Udienza generale di Papa Francesco, Mercoledì, 13 febbraio 2019
C’è un’assenza impressionante nel testo del “Padre nostro”. Se io domandassi a voi qual è l’assenza impressionante nel testo del “Padre nostro”? Non sarà facile rispondere. Manca una parola. Pensate tutti: che cosa manca nel “Padre nostro”? Pensate, che cosa manca? Una parola. Una parola che ai nostri tempi – ma forse sempre – tutti tengono in grande considerazione. Qual è la parola che manca nel “Padre nostro” che preghiamo tutti i giorni? Per risparmiare tempo la dirò io: manca la parola “io”. Mai si dice “io”. Gesù insegna a pregare avendo sulle labbra anzitutto il “Tu”, perché la preghiera cristiana è dialogo: “sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà”. Non il mio nome, il mio regno, la mia volontà. Io no, non va. E poi passa al “noi”. Tutta la seconda parte del “Padre nostro” è declinata alla prima persona plurale: “dacci il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti, non abbandonarci alla tentazione, liberaci dal male”. Perfino le domande più elementari dell’uomo – come quella di avere del cibo per spegnere la fame – sono tutte al plurale. Nella preghiera cristiana, nessuno chiede il pane per sé: dammi il pane di oggi, no, dacci, lo supplica per tutti, per tutti i poveri del mondo. Non bisogna dimenticare questo, manca la parola “io”. Si prega con il tu e con il noi. È un buon insegnamento di Gesù, non dimenticatelo. Perché? Perché non c’è spazio per l’individualismo nel dialogo con Dio.

Nella preghiera, un cristiano porta tutte le difficoltà delle persone che gli vivono accanto: quando scende la sera, racconta a Dio i dolori che ha incrociato in quel giorno; pone davanti a Lui tanti volti, amici e anche ostili; non li scaccia come distrazioni pericolose. Una bella preghiera: “Signore, intenerisci il mio cuore, perché possa capire e farsi carico di tutti i problemi, tutti i dolori altrui”. Questo “sentire compassione” è uno dei verbi-chiave del Vangelo: è ciò che spinge il buon samaritano ad avvicinarsi all’uomo ferito sul bordo della strada, al contrario degli altri che hanno il cuore duro.

canone: Misericordes sicut Pater
Misericordes sicut Pater, misericordes sicut Pater!

interiorizzazione: Lettera Enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco, nn. 272; 274-275
Come credenti pensiamo che, senza un’apertura al Padre di tutti, non ci possano essere ragioni solide e stabili per l’appello alla fraternità. Siamo convinti che soltanto con questa coscienza di figli che non sono orfani si può vivere in pace fra noi. Perché la ragione, da sola, è in grado di cogliere l’uguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica tra loro, ma non riesce a fondare la fraternità. A partire dalla nostra esperienza di fede e dalla sapienza che si è andata accumulando nel corso dei secoli, imparando anche da molte nostre debolezze e cadute, come credenti delle diverse religioni sappiamo che rendere presente Dio è un bene per le nostre società. Cercare Dio con cuore sincero, purché non lo offuschiamo con i nostri interessi ideologici o strumentali, ci aiuta a riconoscerci compagni di strada, veramente fratelli. Crediamo che quando, in nome di un’ideologia, si vuole estromettere Dio dalla società, si finisce per adorare degli idoli, e ben presto l’uomo smarrisce sè stesso, la sua dignità è calpestata, i suoi diritti violati. Voi sapete bene a quali brutalità può condurre la privazione della libertà di coscienza e della libertà religiosa, e come da tale ferita si generi una umanità radicalmente impoverita, perché priva di speranza e di riferimenti ideali. Va riconosciuto come tra le più importanti cause della crisi del mondo moderno vi siano una coscienza umana anestetizzata e l’allontanamento dai valori religiosi, nonché il predominio dell’individualismo e delle filosofie materialistiche che divinizzano l’uomo e mettono i valori mondani e materiali al posto dei principi supremi e trascendenti. I testi religiosi classici possono offrire un significato destinato a tutte le epoche, posseggono una forza motivante, ma di fatto vengono disprezzati per la ristrettezza di visione dei razionalismi.

invocazioni: dal libro di Tonino Lasconi, Padre nostro se…, ed. San Paolo

PADRE (Tutti insieme si proclama la parola Padre, un solista legge il commento. Così per tutte le parole)

Non chiamare Dio: “Padre” se lo pensi come un qualcuno che giudica e punisce, che manda disgrazie e morte. Non chiamare Dio: “Padre” se non lo senti papà e mamma che ti sorride sempre, anche quando le cose vanno storte. Non chiamare Dio: “Padre” se non lo pensi papà e mamma sempre vicino per accompagnarti e aiutarti. Che ti lascia libero anche di sbagliare. Sempre pronto a riabbracciarti. Non chiamare Dio: “Padre” se non lo senti papà e mamma che per nessun motivo smetterà mai di volerti bene e di volere il tuo bene. Se non lo senti papà e mamma così, pregalo perché ti si faccia sentire così.

NOSTRO
Non chiamare Dio: “Padre nostro” se escludi qualcuno o qualcuna, anche lontanissimo, anche cattivo, anche sbagliato, anche antipatico dal suo amore di padre, dal tuo amore di fratello e sorella. Non chiamare Dio: “Padre nostro” finché non decidi che non esistono maschi e femmine, poveri e ricchi, neri, bianchi e gialli, buoni e cattivi …, ma solo figli e figlie, fratelli e sorelle. Il mondo non è così? È vero! Se chiami Dio: “Padre nostro”, datti da fare affinché il mondo diventi un po’ di più come dovrebbe essere.

CHE SEI NEI CIELI
Non dire: “Che sei nei cieli”, se lo pensi lontano, sopra le nuvole, perso tra stelle e pianeti, indifferente, distaccato, che se ne infischia di te. Non dire: “Che sei nei cieli”, se per cieli non intendi: dovunque, sempre, comunque, dove sei tu quando ridi o piangi, ti riposi o fatichi, indovini o sbagli. Non dire: “Che sei nei cieli”, se i cieli non li vedi dove i suoi figli mangiano o soffrono la fame, si sorridono o si odiano, si aiutano o si ignorano, pregano o bestemmiano, si amano o si ammazzano … I cieli dei poeti, dei pittori, della pubblicità sono belli da sognare, ma non sono la casa di Dio.

SIA SANTIFICATO IL TUO NOME
Quando dici: “Sia santificato il tuo nome”, unisciti al: “Grazie Creatore!” dei prati, dei fiori, dei mari, dei pesci, degli uccelli e delle farfalle, del sole, della luna e delle stelle … Quando dici: “Sia santificato il tuo nome”, unisciti al: “Grazie Creatore!” delle donne e degli uomini di ogni età, razza e condizione, contenti del dono della vita del dono della terra, del dono dell’universo. Quando dici: “Sia santificato il tuo nome” rafforza il tuo impegno contro chi, non rispettando il Creatore, rovina la bellezza del creato, e impedisce ad altre creature di godere della vita, della terra, dell’universo.

Preghiera
O Padre della vita che in ciascun essere umano hai soffiato il tuo alito di vita, donaci di scoprirci ed accoglierci tutti come fratelli, figli di te unico Padre nostro. Anche in mezzo a dissensi e persecuzioni, non farci mai mancare l’olio della tua misericordia, perché possiamo sempre perdonare e abbracciare tutti con cuore libero. Per Gesù, tuo Figlio che vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo. Amen!

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