Intenzione del Papa
Preghiamo per i giovani che si preparano al matrimonio
con il sostegno di una comunità cristiana: perché crescano nell’amore, con generosità, fedeltà e pazienza
Intenzione dei vescovi
Perché alla scuola del Cuore di Gesù possiamo imparare la mitezza, l’umiltà e la misericordia,
per essere strumenti autentici del Suo amore
Intenzione per il clero
Cuore Sacro di Gesù, Sorgente e Rifugio per ogni Tuo ministro,
accompagna passo passo i sacerdoti, con la potenza della Tua Grazia
Adorazione eucaristica
Come ti ama Dio
La bellezza del matrimonio è tutta di riscoprire! Preghiamo per i giovani che si preparano al matrimonio con il sostegno di una comunità cristiana: perché crescano nell’amore, con generosità, fedeltà e pazienza. In questo nostro tempo in cui l’individualismo e l’egoismo porta l’uomo e la donna ad imporre i propri singoli bisogni e diritti, ci possano essere matrimoni cristiani disposti ad amarsi come Dio ha amato ciascuno di noi donando il Figlio con amore gratuito.
Canto: Vieni con me dal Libano (Frisina)
Vieni con me amica mia,
dal Libano vieni,
o mia sposa con me,
dal Libano vieni.
Tu sei bella amica mia,
leggiadra come Gerusalemme,
terribile come schiere a vessilli spiegati.
Vieni con me amica mia…
Una voce: il mio diletto!
che viene saltando sui monti
mi parla e dice al mio cuore: “Alzati e vieni”.
Dal libro della Genesi 2, 7; 15; 18-24
Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente. Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo coltivasse e lo custodisse. Il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l’uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall’uomo è stata tolta». Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne.
Dalle Catechesi sulla Famiglia di Papa Francesco, 22 aprile 2015
Qui leggiamo che il Signore, dopo aver creato il cielo e la terra, «plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente» (2,7). È il culmine della creazione. Ma manca qualcosa: poi Dio pone l’uomo in un bellissimo giardino perché lo coltivi e lo custodisca (cf. 2,15). Lo Spirito Santo, che ha ispirato tutta la Bibbia, suggerisce per un momento l’immagine dell’uomo solo – gli manca qualcosa -, senza la donna. E suggerisce il pensiero di Dio, quasi il sentimento di Dio che lo guarda, che osserva Adamo solo nel giardino: è libero, è signore… ma è solo. E Dio vede che questo «non è bene»: è come una mancanza di comunione, gli manca una comunione, una mancanza di pienezza. «Non è bene» – dice Dio – e aggiunge: «voglio fargli un aiuto che gli corrisponda» (2,18). Allora Dio presenta all’uomo tutti gli animali; l’uomo dà ad ognuno di essi il suo nome – e questa è un’altra immagine della signoria dell’uomo sul creato –, ma non trova in alcun animale l’altro simile a sé. L’uomo continua solo. Quando finalmente Dio presenta la donna, l’uomo riconosce esultante che quella creatura, e solo quella, è parte di lui: «osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne» (2,23). Finalmente c’è un rispecchiamento, una reciprocità. Così era l’uomo, gli mancava qualcosa per arrivare alla sua pienezza, gli mancava la reciprocità. La donna non è una “replica” dell’uomo; viene direttamente dal gesto creatore di Dio. L’immagine della “costola” non esprime affatto inferiorità o subordinazione, ma, al contrario, che uomo e donna sono della stessa sostanza e sono complementari e che hanno anche questa reciprocità. E il fatto che – sempre nella parabola – Dio plasmi la donna mentre l’uomo dorme, sottolinea proprio che lei non è in alcun modo una creatura dell’uomo, ma di Dio. Suggerisce anche un’altra cosa: per trovare la donna – e possiamo dire per trovare l’amore nella donna -, l’uomo prima deve sognarla e poi la trova. La fiducia di Dio nell’uomo e nella donna, ai quali affida la terra, è generosa, diretta, e piena. Si fida di loro. Ma ecco che il maligno introduce nella loro mente il sospetto, l’incredulità, la sfiducia. (…) Ma pensiamo anche alla recente epidemia di sfiducia, di scetticismo, e persino di ostilità che si diffonde nella nostra cultura – in particolare a partire da una comprensibile diffidenza delle donne – riguardo ad un’alleanza fra uomo e donna che sia capace, al tempo stesso, di affinare l’intimità della comunione e di custodire la dignità della differenza. La svalutazione sociale per l’alleanza stabile e generativa dell’uomo e della donna è certamente una perdita per tutti. Dobbiamo riportare in onore il matrimonio e la famiglia! La Bibbia dice una cosa bella: l’uomo trova la donna, si incontrano e l’uomo deve lasciare qualcosa per trovarla pienamente. Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre per andare da lei. È bello! Questo significa incominciare una nuova strada. L’uomo è tutto per la donna e la donna è tutta per l’uomo. La custodia di questa alleanza dell’uomo e della donna, anche se peccatori e feriti, confusi e umiliati, sfiduciati e incerti, è dunque per noi credenti una vocazione impegnativa e appassionante, nella condizione odierna. Dio stesso cura e protegge il suo capolavoro.
Canone: Nada te turbe (Taizé)
Nada te turbe, nada te espante, quien a Dios tiene nada le falta.
Nada te turbe, nada te spante, solo Dios basta.
interiorizzazione: dal Discorso di Papa Francesco ai fidanzati, S. Pietro il 14 febbraio 2014
Come l’amore di Dio è stabile e per sempre, così anche l’amore che fonda la famiglia vogliamo che sia stabile e per sempre. Non dobbiamo lasciarci vincere dalla “cultura del provvisorio”! Questa cultura che oggi ci invade tutti, questa cultura del provvisorio. La paura del “per sempre” si cura ogni giorno affidandosi al Signore Gesù in una vita che diventa un cammino spirituale quotidiano, fatto di passi – passi piccoli, passi di crescita comune – fatto di impegno a diventare donne e uomini maturi nella fede. Perché il “per sempre” non è solo una questione di durata! Un matrimonio non è riuscito solo se dura, ma è importante la sua qualità. Stare insieme e sapersi amare per sempre è la sfida degli sposi cristiani. Mi viene in mente il miracolo della moltiplicazione dei pani: anche per voi il Signore può moltiplicare il vostro amore e donarvelo fresco e buono ogni giorno. In questo cammino è importante, è necessaria la preghiera, sempre. Lui per lei, lei per lui e tutti e due insieme. Chiedete a Gesù di moltiplicare il vostro amore. Nella preghiera del Padre nostro noi diciamo: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Gli sposi possono imparare a pregare anche così: “Signore, dacci oggi il nostro amore quotidiano!
Invocazioni e Canto
Signore, dacci oggi il nostro amore quotidiano
Signore, insegnaci che la fedeltà è scegliersi di nuovo ogni giorno. Vivere insieme, non con l’amore di ieri, ma con quello di oggi.
Signore, dacci oggi il nostro amore quotidiano
Signore, insegnaci che la fedeltà è una dura conquista. E tracciare insieme un solco profondo, incancellabile. Contro il quale né venti né maree possono nulla.
Signore, dacci oggi il nostro amore quotidiano
Signore, insegnaci a condividere il pane con chi ha fame, a donare amore a chi è più piccolo, povero, malato a chi è dimenticato e solo.
Signore, dacci oggi il nostro amore quotidiano
Signore, insegnaci che le piccole inevitabili asprezze dell’indole, i fugaci malintesi, gli imprevisti e le indisposizioni non compromettano mai ciò che ci unisce, ma incontriamo, invece, una cortese e generosa volontà di comprenderci.
Signore, dacci oggi il nostro amore quotidiano
Canto: Come ti ama Dio (AGESCI)
Io vorrei saperti amare come Dio ch ti prende per mano ma ti lascia anche andare.
Vorrei saperti amare senza farti mai domande, felice perchè esisti e così io posso darti il meglio di me.
Con la forza del mare, l’eternità dei giorni, la gioia dei voli, la pace della sera.
L’immensità del cielo: come ti ama Dio.
Io vorrei saperti amare come Dio ch ti conosce e ti accetta come sei.
Tenerti fra le mani come voli nell’azzurro, felice perchè esisti e così io posso darti il meglio di me.
Preghiera di San Francesco
Signore, fa’ che le nostre ferite non siano motivo di rabbia e di rancore. Aiutaci a sanarle alla luce del Tuo Amore e a consentire che attraverso il male ricevuto noi possiamo restituire il bene più grande: aiutaci ad amarci con il Tuo amore misericordioso e incondizionato. Dove è discordia, ch’io porti la fede. Amen
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