La pietà popolare in questi tempi difficili

Il Coordinatore Don Francesco Zaccaria scrive ai sacerdoti della Diocesi Conversano Monopoli, parlando di pietà popolare ai tempi del coronavirus Covid-19.

“Penso alla fede salda di quelle madri ai piedi del letto del figlio malato che si afferrano ad un Rosario anche se non sanno imbastire le frasi del Credo; o a tanta carica di speranza diffusa con una candela che si accende in un’umile dimora per chiedere aiuto a Maria, o in quegli sguardi di amore profondo a Cristo crocifisso. Chi ama il santo Popolo fedele di Dio non può vedere queste azioni unicamente come una ricerca naturale della divinità. Sono la manifestazione di una vita teologale animata dall’azione dello Spirito Santo che è stato riversato nei nostri cuori”.

Papa Francesco, Evangelii Gaudium, 125

 

confini della diocesi conversano monopoli

Confini della nostra Diocesi Conversano-Monopoli

Carissimi confratelli,

Vi raggiungo su richiesta del Vescovo per condividere alcune considerazioni sulla pietà popolare in questo tempo difficile. Non è una raccolta di idee particolarmente originali ma solo una segnalazione di alcune iniziative che state già portando avanti nelle comunità, per stare vicini alla gente, e che mi permetto solamente di rilanciare qui per il beneficio di tutti, senza nessuna pretesa di esaustività e, tantomeno, di normatività.

La pietà popolare in questo tempio di isolamento può essere una risorsa per la vita di fede dei fedeli, in questo periodo in cui i fedeli sono costretti al digiuno eucaristico, mancheranno ancora di più le manifestazioni della pietà popolare della Settimana Santa e non solo a quelli che partecipano regolarmente alla S. Messa ma anche a molti di quelli che consideriamo “lontani”. I riti di questo periodo dell’anno hanno molta importanza nella vita del popolo nel nostro territorio; lo sappiamo già, vivendo ogni giorno con la gente, ma ne ho avuto ulteriore conferma girando per le zone pastorali della nostra diocesi per coordinare il progetto sulla pietà popolare del cantiere “Accompagnare la vita”: i riti della pietà popolare della Settimana Santa sono al cuore dell’esperienza di fede di molta gente, donano tanta consolazione e speranza ai fedeli e mancheranno particolarmente quest’anno, in cui tutti abbiamo più bisogno proprio di consolazione e speranza. Sicuramente mancano anche la liturgia, la catechesi e tante altre attività pastorali, ma, come diceva Papa Francesco quando era cardinale di Buenos Aires: “non possiamo trattare più la pietà popolare come la Cenerentola di casa”.

Anzi, la pietà popolare può essere una risorsa pastorale in questo tempo, credo fondamentalmente con due finalità:

 

pregjiera domestica

Alimentare e nutrire la preghiera domestica

I riti e le preghiere della pietà popolare possono aiutare la preghiera e la catechesi domestica e familiare. Sono diversi i materiali reperibili online per aiutare le nostre famiglie a vivere questi momenti.1 Possiamo integrarli con alcuni inviti alla preghiera anche in forma più semplice e popolare, dato che molte famiglie non hanno conoscenze o possibilità che permettono di seguire schemi più “tecnici” e complessi. Pratiche semplici e che possono essere guidate facilmente da fedeli e famiglie che lo desiderano: accendere una candela, dare risalto ad una immagine sacra presente in casa, recitare alcune preghiere semplici e conosciute, pregare il rosario, fare insieme un segno di croce al mattino, a tavola, la sera prima di andare a letto etc. Inoltre da non sottovalutare è il valore simbolico del suono delle campane per richiamare alla preghiera. Le campane della preghiera dell’Angelus, per esempio, non sono forse le antesignane delle convocazioni via social media per i “flash mob” di preghiera che si stanno moltiplicando in questi giorni? Queste campane permettono la preghiera in sincronia anche se in quel momento si è lontani, a casa o a lavoro. Quanti parrocchiani conoscono la ragione per cui le campane della chiesa suonano tre volte al giorno? Non potrebbe essere questa l’occasione per riscoprire questa pratica e trovare un momento di unità nella preghiera tra i membri di una comunità? In più, per famiglie che hanno bambini piccoli questi riti semplici permettono ai genitori di essere i “catechisti” dei loro figli: un gesto di venerazione ad una immagine di Gesù o della Madonna, il racconto della storia di un santo la cui immagine si trova in casa, una preghiera al mattino, un segno di croce sulla testa del bambini al momento della buonanotte …“È bello quando le mamme insegnano ai figli piccoli a mandare un bacio a Gesù o alla Vergine. Quanta tenerezza c’è in quel gesto! In quel momento il cuore dei bambini si trasforma in spazio di preghiera.” (Papa Francesco, Amoris Laetitia, 287).

 


1 I siti della CEI fanno una buona e ragionata selezione di questi sussidi e di queste pratiche:


 

 

maria santissima addolorata nella processione dei misteri

Far “connettere” le persone alle immagini sacre della Settimana Santa del territorio

Grazie ai social media e ai mezzi di comunicazione più tradizionali (tv, radio) molti si stanno “connettendo” con i loro parrocchiani. Questi stessi mezzi possono essere utilizzati per far sì che le persone possano – se non incontrare fisicamente nelle processioni o nelle azioni liturgiche – almeno vedere le immagini sacre care alla pietà popolare del loro territorio. Anche in questo caso, non mancherà nei prossimi giorni la sussidiazione da parte della CEI che possiamo integrare con le tradizioni locali. Ogni nostro paese ha un Crocifisso, una Addolorata … che ha un valore particolare per i fedeli. Mandare in streaming la Via Crucis (o la Via Matris, o l’Ora della Madre il Sabato Santo),2 preparare un video con una “catechesi” con l’arte (seppur unidirezionale) partendo da una immagine cara alla pietà popolare del luogo, trasmettere o postare foto o video delle processioni degli anni scorsi (accompagnati da meditazioni e riflessioni attuali), invitare a condividere le foto delle immagini sacre che si hanno in casa … possono essere tutte occasioni perché ai fedeli non manchi il contatto con le manifestazioni della spiritualità popolare di un territorio. “Nella pietà popolare, poiché è frutto del Vangelo inculturato, è sottesa una forza attivamente evangelizzatrice che non possiamo sottovalutare: sarebbe come disconoscere l’opera dello Spirito Santo. Piuttosto, siamo chiamati ad incoraggiarla e a rafforzarla per approfondire il processo di inculturazione che è una realtà mai terminata” (Papa Francesco, Evangelii Gaudium, 126).

Questi sono solo alcuni piccoli suggerimenti che sicuramente saprete soppesare e integrare con il vostro discernimento insieme ai vostri operatori pastorali.

Colgo l’occasione per salutarvi fraternamente e, dalla stessa barca che ci vede in mezzo alla bufera ma tutti insieme, elevare con voi una preghiera a Dio: “Signore, non lasciarci in balìa della tempesta!” (Papa Francesco, 27 marzo 2020).

Don Francesco Zaccaria, Coordinatore Pastorale Diocesano, Diocesi Conversano-Monopoli

 


2 Per queste pie pratiche, tra i diversi sussidi, si può attingere dal cofanetto preparato dall’Ufficio Liturgico Diocesano.


 

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