Il Vescovo informa e chiede condivisione
Carissimi, pubblichiamo le comunicazioni del nostro Vescovo in merito all’emergenza del coronavirus Covid-19, con la preghiera di diffusione anche ai fedeli laici e alle comunità religiose femminili mediante i mezzi di comunicazione. Ricordo che anche gli uffici della Curia resteranno chiusi e che, per incontrare il Vescovo, sarà necessario prendere appuntamento. Per qualunque domanda o dubbio, i presbiteri facciano riferimento non al Vescovo ma ai vicari zonali.
La lettera del Vescovo
Conversano, 10 marzo 2020
Carissimi confratelli presbiteri, cari fratelli e sorelle, vi raggiungo in queste ore particolarmente difficili che il nostro Paese sta vivendo per esprimere anzitutto vicinanza colma di affetto e di preghiera a tutti, e poi per invitarvi ad accogliere, anche se con comprensibile sacrificio, le disposizioni che sono state date dagli Organi di Governo per arginare la diffusione del virus. I giorni che viviamo sono particolarmente delicati e ciò richiede responsabilità da parte di tutti e un’attenzione maggiore sia alla custodia del bene comune e sia, soprattutto, alla tutela della vita, propria e altrui.
Vorrei richiamare in questo frangente, evidenziandone l’obbligatorietà in coscienza per tutti, quanto, sia la Conferenza Episcopale Italiana sia la Conferenza Episcopale Pugliese, hanno già disposto nei loro rispettivi comunicati in merito all’emergenza del CoVid-19.
Recependo pertanto queste istanze che nascono esclusivamente per evitare un’ulteriore estensione del contagio, stabilisco che fino al 3 aprile p.v.:
- non siano celebrate Sante Messe festive e feriali con la partecipazione del popolo. Si invitino i fedeli a pregare personalmente o in famiglia, meditando la Parola di Dio, soprattutto quella che in questo tempo di Quaresima la liturgia del giorno ci offre;
- fermo restando la disposizione a non muoversi da casa, lì dove è possibile si facciano le trasmissioni delle celebrazioni senza la presenza del popolo tramite l’uso dei mezzi di comunicazione; si eviti, tuttavia, di moltiplicare inutilmente queste dirette. Sarebbe sufficiente che ci si organizzasse per avere almeno una celebrazione giornaliera per zona pastorale, diffusa tramite radio o in diretta streaming;
- in virtù di queste disposizioni, per il periodo di emergenza, ai fedeli viene sospeso l’obbligo di assolvere al precetto festivo con la partecipazione all’Eucarestia;
- per salvaguardare la salute sia degli ammalati e anziani sia dei ministri che portano l’Eucarestia, in questo periodo non si porti la Santa Comunione agli ammalati. È chiaro che rimane l’obbligo per i presbiteri di assistere i fedeli in pericolo di vita portando loro i Sacramenti;
- non siano celebrati funerali in chiesa e si benedica la salma del defunto direttamente al cimitero con le preghiere rituali dell’ultima raccomandazione e commiato; pur con tutte le misure necessarie, non manchi, per nessuna ragione, il conforto religioso a quanti vivono l’esperienza del dolore e della morte. D’intesa con le famiglie, si abbia, altresì, particolare cura a fissare una celebrazione eucaristica in suffragio dei defunti, non appena l’emergenza sarà terminata;
- i presbiteri, per quanto è possibile, celebrino l’Eucarestia quotidiana, senza la partecipazione dei fedeli; per i presbiteri avanti negli anni o per coloro che avessero difficoltà a uscire, si autorizza la celebrazione eucaristica in casa, purché tutto si svolga con dignità, nel rispetto delle norme liturgiche. A questo proposito, mi permetto richiamare il forte valore di intercessione dell’Eucarestia. Il presbitero che celebra l’Eucarestia porta con sé sempre l’intera comunità ecclesiale e, invocando la misericordia del Signore sul popolo, non è mai solo mentre rinnova sacramentalmente il Sacrificio pasquale del Salvatore. Insieme alla Liturgia delle Ore, l’Eucarestia sia il cuore della preghiera di ogni presbitero in questi giorni di prova;
- sebbene i fedeli siano tenuti a rimanere in casa, per qualche ora al giorno le chiese rimangano aperte per la preghiera personale di chi per i motivi previsti dalle disposizioni vi passa davanti e volesse sostarvi per qualche minuto di adorazione dinanzi al SS. Sacramento. Si garantisca ai fedeli la possibilità di tenere la distanza di almeno un metro l’uno dall’altro;
- siano sospese le celebrazioni dei Sacramenti del Battesimo, della Confermazione e del Matrimonio, mentre per il Sacramento della Penitenza, qualora i fedeli lo richiedessero, si abbia cura di celebrarlo in ambienti che consentano di mantenere le distanze prescritte;
- siano sospese le feste patronali, le processioni, le stazioni quaresimali e qualsiasi altra manifestazione.
Per rafforzare la comunione di preghiera, indìco per venerdì 13 marzo una giornata penitenziale di digiuno e di intercessione, per impetrare la Misericordia del Signore sul mondo intero.
Ribadisco che l’assenza di celebrazioni eucaristiche con il popolo, che a molti imporrà un “digiuno” forzato, può essere occasione per richiamare ogni famiglia, chiesa domestica, a ritagliare dei tempi per la preghiera comune di tutti i suoi componenti. Sarebbe bello – e non mi pare del tutto improponibile la proposta – che si iniziasse con la lettura di un brano biblico e si proseguisse poi con il Santo Rosario, per invocare e sentire vicina la Madre del Signore, consolatrice degli afflitti e salute dei malati. Certamente potrà essere tempo prezioso per riscoprire e recuperare la dimensione domestica della preghiera, che deve proseguire poi nel tempo, passato questo momento.
Queste disposizioni, necessarie per favorire il contenimento dell’epidemia, non devono allentare la nostra fiducia nel Signore, che è sempre con noi soprattutto quando siamo assaliti dal buio e dalla prova. A tutti vorrei dire che mai come in questi momenti deve esserci di conforto la luce della Pasqua. Cristo morto e risorto è fonte di consolazione di speranza e in lui ritroviamo la forza per riprendere con fiducia il nostro cammino. Risuonino nelle nostre case le parole che il Santo Padre Francesco pronunciò qualche mese dopo la sua elezione al soglio pontificio: «Dio si coinvolge, si immischia nelle nostre miserie, si avvicina alle nostre piaghe e le guarisce con le sue mani, e per avere mani si è fatto uomo. È un lavoro di Gesù, personale». Immaginiamoci così Gesù in questo momento… affaccendato per eliminare da questo mondo che così tanto ama questa amara sofferenza.
Considerate il vostro Vescovo sempre vicino e in costante preghiera per tutti voi. Invocando l’intercessione della Madonna e dei nostri Santi Patroni, di cuore vi benedico.
Giuseppe Favale, Vescovo di Conversano-Monopoli
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